Lo zen e l'arte della manutenzione delle motocicletta by Robert M. Pirsig

Lo zen e l'arte della manutenzione delle motocicletta by Robert M. Pirsig

autore:Robert M. Pirsig [Pirsig, Robert M.]
La lingua: ita
Format: epub, mobi
pubblicato: 0100-12-31T23:00:00+00:00


Fedro isolò alcuni aspetti della Qualità, come l'unità, la perspicuità, l'autorevolezza, l'equilibrio, la sensibilità, la chiarezza, l'enfasi, la scorrevolezza, la sorpresa, l'acutezza, la precisione, la proporzione, la profondità e così via; come aveva fatto per la Qualità stessa, non definì ulteriormente questi aspetti, ma li illustrò valendosi ancora una volta della tecnica della lettura in classe. Dimostrò come l'aspetto della Qualità chiamato unità potesse essere migliorato con la tecnica della '

scaletta '. L'autorevolezza poteva essere corretta dalla tecnica delle note a pie di pagina. Queste due tecniche vengono insegnate fin dalle prime lezioni agli studenti del primo anno, ma adesso, come strumenti per migliorare la Qualità, avevano uno scopo ben preciso.

Ora, per rispondere all'eterna domanda degli studenti: «Com'è che devo fare?» , che lo aveva frustrato al punto da portarlo quasi alle dimissioni, Fedro poteva rispondere: «Non fa nessuna differenza come lo fai! L'importante è che riesca bene!».

Lo studente riluttante poteva chiedere durante la lezione: «Ma come facciamo a sapere che riesce bene?» , ma ancora prima che la domanda gli uscisse di bocca, si sarebbe reso conto che la risposta era già stata data. Di solito qualche altro studente gli avrebbe detto: «Ma lo vedi» , e se lui rispondeva: «No, non lo vedo» , l'altro avrebbe insistito: «Sì, invece. Lui l'ha dimostrato». E così lo studente era costretto a pronunciare dei giudizi qualitativi per conto suo.

Ma ora questa storia era finita. Fedro aveva rovesciato la regola fondamentale secondo la quale tutte le cose che devono essere insegnate debbono prima essere definite. Non proponeva più nessun principio, nessuna regola di buona prosa, nessuna teoria — ma proponeva tuttavia qualcosa di molto reale, qualcosa di cui gli studenti non potevano negare l'esistenza. Il vuoto che era stato creato dalla sospensione dei voti venne tutt'a un tratto riempito dalla meta positiva della Qualità, e tutto cominciò a quadrare. Gli studenti, stupiti, andavano nel suo studio a dirgli: «E pensare che detestavo l'inglese. Adesso ci dedico più tempo che a qualsiasi altra materia». Ed erano in parecchi. Tutta l'idea di Qualità era bella. E funzionava. Era quel misterioso, individuale fine interiore di ciascuna persona creativa, finalmente scritto sulla lavagna.

Mi giro a controllare come se la cava Chris. Ha la faccia stanca.

«Come ti senti?» gli chiedo.

«Bene» risponde, ma in tono di sfida.

«Possiamo fermarci in un posto qualsiasi a piantare la tenda» gli faccio.

Mi lancia un'occhiata furente, per cui non aggiungo altro. Ben presto vedo che cerca di superarmi sul pendio. Con uno sforzo, probabilmente enorme, mi passa davanti.

Fedro si spinse così lontano col suo concetto di Qualità perché si rifiutò di guardare al di là dell'immediata esperienza scolastica. Sapeva solo che funzionava.

L'affermazione di Cromwell «nessuno si spinge mai tanto in alto quanto colui che ignora la propria meta» si adattava perfettamente alle circostanze.

Dopo un po', comunque, incominciò a chiedersi come mai funzionasse, dal momento che lui sapeva già che era irrazionale. Perché un metodo irrazionale doveva funzionare, quando i metodi razionali erano tutti un disastro? Intuì con sempre maggiore chiarezza che quello in cui si era imbattuto non era affatto un trucchetto, ma qualcosa che andava molto più in là.



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